Redazionali

Prima che sorga il sole, il pensiero di Giovanni Tisi

Siamo tutti in attesa di quella agognata ‘Fase 2’ che ci consenta di tornare a lavorare.

Siamo tutti in attesa di ritrovare un briciolo di normalità dopo questo sconvolgente lock-down che ha distrutto le abitudini, ha falcidiato i bilanci, ha riempito il futuro di incertezze.

Prima che sorga il sole, intanto che abbiamo ancora un po’ di tempo da investire, dobbiamo fare alcune riflessioni, cercando di mettere a fuoco il poco che abbiamo imparato di questa epidemia.

Anzitutto, ci aspetta un periodo di caos, con normative che varieranno da Regione a Regione, a seconda dell’attività, magari dell’età, probabilmente della dimensione societaria, in un coacervo di provvedimenti che necessariamente non potrà essere nè omogeneo nè coordinato: già è difficile avere chiarezza in tempi normali, figuriamoci in tempi eccezionali; quindi non stupiamoci se qualcuno è stato multato per essere andato in falegnameria a far manutenzione alle macchine e a qualcun altro è stato consentito di andare sui cantieri.  Non stupiamoci se, per errore, ignoranza o leggerezza, è consentita l’attività 16 e non la 23; in questo momento emergenziale, con provvedimenti a raffica, è probabilmente inevitabile.

Seconda riflessione: il virus uccide; ne è prova la strage di anziani che sta emergendo dalle statistiche di anagrafe che superano di molto i singoli numeri raccolti dagli ospedali. E, sempre per restare sui numeri della pandemia, il numero dei contagiati supera di gran lunga quello dei casi rilevati con le analisi dei tamponi; tutti avete esperienza personale di parenti e conoscenti che hanno avuto tutti i sintomi e non sono stati tamponati, semplicemente per impossibilità tecnica. Quindi tutti sappiamo che il virus circola, circolerà ancora a lungo e ci dovremo convivere; torneranno ondate, si potrebbero riaprire focolai.

Terza riflessione: per fermare l’epidemia servono comportamenti responsabili, che dobbiamo prendere tutti, ciascuno per il suo: per il momento, questa È L’UNICA COSA DA FARE, l’unica che ‘funzioni’, l’unica che abbia dimostrato di essere efficace almeno contro l’esplosione esponenziale dei casi; i comportamenti responsabili vanno dal distanziamento, alla protezione, all’autoisolamento in presenza del primo e pur flebile sintomo, al rispetto della quarantena; prima che un obbligo di legge li prescriva, È NOSTRO IMPERATIVO MORALE metterli in atto, a prescindere.

Lo dobbiamo a tutti quelli che ci hanno lasciato, e sono tanti, e a tutti quelli che siamo riusciti sin qui a proteggere. Lo dobbiamo a noi stessi, se vogliamo che ci sia un futuro e non una sequenza di ricadute, di zone rosse, di blocchi forzati.

Quindi, non mi chiedete se il comma 15 del provvedimento 514 o 451 consente o meno a una attività ATECO 16.43.24 di mandar operai a casa dei clienti dove ammalarsi o fare ammalare qualcuno: non vi risponderò.

Piuttosto, vi chiederò: ha senso andarci? Avete messo in atto tutte le precauzioni per proteggere voi, i vostri clienti, i vostri operai? O li mandate allo sbaraglio, col risultato che tra un mese saremo di nuovo necessariamente bloccati d’autorità?

Avete capito tutti che nel calendario che abbiamo appeso al muro, non c’è e non ci sarà una data con su scritto ‘Tutto torna come prima’; NON TORNERÀ COME PRIMA, non subito, non adesso.

Dobbiamo imparare a conviverci, senza terrori ma senza leggerezze.

Si deve ripensare come andare al lavoro, come assicurare l’igiene in laboratorio, come tener pulito i mezzi di trasporto e gli utensili d’uso promiscuo, come ricevere i fornitori, come interfacciarsi con i clienti, come andare in cantiere, come gestire il lavoro in casa del cliente. Tutto questo va riscritto e ripensato, concordato con i lavoratori e con i clienti. Per rispetto delle nostre vite e del nostro lavoro, prima che delle regole.

Meglio pensarci prima che sorga il sole, così da non perdere tempo quando si potrà fare altro e non rischiare che comportamenti insensati ci facciano ripiombare nell’incubo.

Vi allego 4 regole di buon senso; iniziative da mettere in atto spontaneamente e responsabilmente, prima che escano direttive specifiche, ammesso che esca mai qualcosa per i cantieri minimi.

Ciascuno le valuti e le metta nel suo POS, se ritiene; non sostituiscono e non autorizzano nulla: dimostrano solo che abbiamo avuto a cuore la salute nostra, dei nostri operai, dei nostri collaboratori e dei nostri clienti.

Un pensiero su “Prima che sorga il sole, il pensiero di Giovanni Tisi

  • Grazie Giovanni che ci supporti, tramite Accademia Venerota; Comunque in Valtellina, le aziende che si occupano di sicurezza hanno già sottoposto i loro preventivi, per aggiornare il POS e Valutazione Rischi, di cui mi astengo da commentare. Clara D.

    Rispondi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *